mercoledì 8 aprile 2009

Appunti sull'apprenedimento del linguaggio scritto

Occorre differenziare le modalità di apprendimento e sviluppo del linguaggio parlato da quello scritto, poiché intervengo operazioni e sono coinvolte aree del cervello diverse. Il linguaggio parlato è distinto in tre fasi:
  1. prelinguistica - con fenomeni di vagito e balbettio (0-1 anno).
  2. fonologica - in cui cominciano a comparire le singole parole (2 anno).
  3. grammaticale - in cui si instaurano le relazioni sintattiche fra le parole (3-6 anni).
Sostanzialmente l’apprendimento del linguaggio scritto avviene nel bambino per imitazione dell’adulto. Vengono ascoltati attentamente i discorsi, fase che prepara le articolazioni specifiche, successivamente vengono riprodotti i suoni e le parole vengono associate agli oggetti, o alle persone (2 – 3 anni). Successivamente le funzioni associative si sviluppano con maggior celerità, il linguaggio è più sciolto e coerente e, se il bambino è stato molto a contatto con gli adulti, può avere già verso i 6 anni un vocabolario sufficientemente ricco. In tutte queste fasi il bambino rimane all’oscuro delle regole che gli permettono di articolare i suoni e di strutturare frasi dotate di senso. Soltanto lo studio della grammatica gli permetterà di prendere consapevolezza delle regole che sottostanno alla formazione di quel linguaggio che egli stesso già impiega da tempo. Il linguaggio parlato è appreso per esperienza diretta, per necessità di tipo pratico, dal ritrovarsi del bambino in un mondo fatto di adulti che si esprimono attraverso suoni articolati.
Al contrario l’apprendimento del linguaggio scritto è intenzionale e consapevole, è un processo apprenditivo specifico e cosciente. Il bambino deve, infatti, porre attenzione alle parole ed ai suoni che le compongono, ed associare a questi i segni grafici (lettere) corrispondenti, segni che deve riprodurre poi sul foglio. I bambini in età prescolare non riescono facilmente a distinguere le parole che compongono i loro discorsi, sono infatti più attenti all’unità di significato del discorso e quindi agli oggetti a cui questo si rifà. Per padroneggiare il linguaggio scritto si dovrà allora inizialmente spostare l’attenzione del bambino sull’unità del discorso, sulle parole che lo compongono, attraverso l’utilizzo di un metodo ben preciso, volto alla distinta pronuncia delle parole e dei suoni che le compongono.
  • Linguaggio parlato – avviene per il diretto rapportarsi del bambino agli altri, adulti in primis, le leggi fonetiche e linguistiche restano inconsapevoli fino allo studio scolastico.
  • Linguaggio scritto – avviene attraverso azioni coscienti e volontarie che solo col tempo diventano automatiche e inconsapevoli. Inizialmente il linguaggio scritto non è neanche e usato come mezzo di comunicazione, visto la complessità di apprendimento dello stesso, attività che richiede circa 2 anni di tempo per essere sufficientemente interiorizzata.
Il processo grafico è un’attività neurobiologica complessa distinguibile in tre fasi
    1. Analisi della composizione fonetica
    2. Traduzione dei distinti fonemi in schemi grafici visivi (grafemi)
    3. Trasformazione delle immagini in tratti grafici.
1 - il primo momento consiste nell’individuare la sequenza di suoni che compongono una frase. Tale distinzione deve avvenire dalla prima parola percepita all’ultima che compone la sequenza, successivamente le varianti fonetiche ascoltate vengono precisate in precisi suoni (fonemi). L’analisi fonetica della parola (distinzione dei singoli suoni e trasformazione delle varianti fonetiche in precisi fonemi) costituisce ilo primo passo fondamentale del processo grafico. Nelle prime fasi di apprendimento e di sviluppo dell’attività grafica questi processi avvengono in maniera cosciente per poi diventare inconsci e automatici.
2 – i suoni che si ottengono dalla scomposizione delle parole vengono trasformati in schemi grafici visivi. I fonemi, una volta distinti, devono essere tradotti nel segno grafico corrispondente, cioè nella lettera o gruppo di lettere che dovrà essere successivamente trascritta.
3 – nell’ultima fase le immagini grafiche devono essere realizzate nei corrispondenti tratti grafici. Questo processo non rimane invariato, ma riflette i diversi gradi di maturazione raggiunti nelle altre fasi del processo grafico. Dapprima ci soffermerà, infatti, sulla realizzazione dei singoli tratti della lettera, poi sulla lettera intera e in seguito sui gruppi di lettere che compongono le parole, fino ad avere padronanza e scorrevolezza del gesto scrittorio. È comprensibile allora come la scrittura si evolve in schemi cognitivi e motori sempre più complessi, e come essa non sia esclusivamente un processo ideomotorio, poiché non sono soltanto le funzioni visivo-percettive e motorie ad entrare in gioco. Per poter risalire alle varie componenti neurobiologiche che strutturano il processo grafico bisogna studiare il comportamento grafico in quei soggetti affetti da lesioni celebrali. Si è potuto appurare, infatti, che lesioni in differenti aree del cervello causano diverse alterazioni del processo grafico. Il cervello è principalmente diviso in due parti dette emisferi. L’emisfero sinistro è quello dominante e le sue strutture permettono la comprensione semantica del linguaggio parlato e scritto, in particolare il Centro di Broca è determinante nell'esecuzione motoria della parola, mentre l’area di Wernicke svolge un ruolo nell'analisi uditiva della parola e della sua compressione. L’emisfero destro è importante per l’interpretazione emozionale del linguaggio.
Altre importanti regioni del cervello che contribuiscono al processo grafico sono: il lobo occipitale, sede del sistema visivo primario e dell’analisi e sintesi visiva (zone circostanti); il lobo temporale, sede dell’apparato centrale delle percezioni uditive e dell’analisi acustica; il lobo parietale, analizza le sensazioni provenienti dalla superficie cutanea, dai muscoli e dal sistema viscerale; la corteccia anteriore (motoria) dirige l’organizzazione del flusso dei movimenti nel tempo, l’elaborazione e memorizzazione delle attività motorie, nonché il coordinamento di complesse azioni finalizzate. Per attuare qualsiasi processo neurobiologico complesso, fra i quali il linguaggio parlato e scritto, è necessaria la cooperazione simultanea delle diverse aree della corteccia cerebrale.
- Ruolo dell’analisi uditiva (regione temporale). La corteccia situata nella zona temporale è costituita da due settori. I settore: corteccia uditiva primaria in cui convergono le fibre nervose del nervo acustico che fungono da ponte fra la corteccia e l’apparato uditivo. Lesioni in questa zona causano sordità totale. II settore: corteccia uditiva secondaria o associativa, in cui si trovano le cellule associative complesse che coordinano tutto il lavoro della regione uditiva, in particolare la percezione e la distinzione dei suoni del discorso e la possibilità d’analisi dei suoni. Lesioni cerebrali del II settore provocano incapacità di analisi, sintesi e comprensione dei suoni. Ad esempio non si distingueranno suoni foneticamente simili come B e P, D e T, Z e S, questi suoni si trasformano in rumori incomprensibili e provocando così l’incapacità di percepire e riconoscere il senso delle parole e quindi del discorso (afasia sensoriale di Wernicke). È chiaro che anche il processo grafico perderà la sua normale struttura e sarà compromesso. I soggetti perdono infatti la capacità di distinguere i fonemi che compongono le parole e di trasformali nei relativi grafemi quando passano all’atto scrittorio, questo anche quando si era raggiunto, prima della lesione, un buon sviluppo grafomotorio. L’alterazione grafica si distingue per: 1) capacità di copiare anche sufficientemente bene, dando così l’impressione di saper scrivere; 2) possono conservare la capacità di scrivere spontaneamente alcune parole di uso comune come il proprio nome; 3) hanno difficoltà a scrivere sotto dettatura poiché non riescono a distinguere i fonemi simili; 4) impossibilità di eseguire forme libere di scrittura.
- Ruolo della ripetizione ad alta voce, sussurrata, o interna (regione parietale sensoriale). Prassi molto comune nelle prime fasi dell’apprendimento grafico è quella di ripeter ad alta voce le parole che si devono scrivere, prassi che, man mano che ci si esperisce nello scrivere, passa al sussurrare o bisbigliare delle frasi, fino a scomparire o diventare semplice ripetizione interna. Si è anche registrato che l’esecuzione scritta è accompagnata da minimi movimenti della laringe osservabili. Nei casi di palatoschisi si verificano disturbi nella fase dell’apprendimento grafico in relazione alle lettere che vengono pronunciate male. Nei casi di lesioni della regione parietale sensoriale si hanno disturbi della coordinazione dei movimenti fini, le coordinazioni motorie sono imprecise e male organizzate con casi di aprassie afferenti e afasie motorie afferenti e conseguenti disturbi nell’articolazione precisa delle parole. Si perdono sostanzialmente gli schemi cinetici delle articolazioni muscolari che permettono il successivo e rapido susseguirsi dei movimenti. Tali alterazioni si ripercuotono inevitabilmente anche nel processo grafico. Infatti la ripetizione, anche mentale, delle parole è utile alla loro scomposizione fonetica al fine di individuare i grafemi necessari a tradurre perfettamente i suoni ascoltati o pensati. La ripetizione vocale è quindi un processo essenziale e costitutivo della scrittura.
- Ruolo dell’analisi visiva del processo grafico (regione parieto-occipitale). Questa funzione è fondamentale nel trascrivere i grafemi dei rispettivi fonemi. Lesioni della regione temporale e parietale non producono errori spaziali nello scrivere, mentre sono causa di diversi problemi di disposizione e collocazione delle lettere le lesioni della regione occipito-parietale preposta alle associazioni visive. In questi casi infatti non si presentano disturbi legati all’interpretazione fonetica della parola, ne alterazioni del linguaggio, ma si riscontrano diverse difficoltà nella delineazione della lettera. Nelle lesioni occipitali si hanno tutta una serie di affezioni che disturbano operazioni che necessitano di un’organizzazione visiva complessa, non si riconosce la destra dalla sinistra, si pone di traverso ciò che va dritto, ecc., si ha insomma un a perdita dell’orientamento spaziale e delle coordinate. Nella scrittura si riscontrano alterazioni delle disposizioni spaziali specie di quelle che hanno bisogno di una particolare collocazione per essere distinte, b, d, m, n, u, s, z. Il soggetto sa perfettamente quali sono gli elementi che compongono la lettera, ma non riesce a realizzarli per la mancanza di orientamento spaziale, si possono inoltre avere casi di specularità parziale o totale, e, nelle lesioni più gravi, totale alterazione dei grafemi con produzione di una scrittura alienata.
Sintesi del processo grafico (corteccia motoria). I processi sopra descritti, se pur essenziali alla scrittura, non bastano da soli ad attuare concretamente il gesto grafico. Infatti, ad una corretta analisi uditiva e collocazione visiva devono corrispondere tutta una sequenza di movimenti complessi che guidino la mano nello stendere la scrittura, parola dopo parola, sillaba dopo sillaba. L’attività grafica matura consiste in quella che potremmo definire una melodia cinetica complessa. La neurobiologica ha mostrato come esistano nella corteccia particolari sistemi funzionali volti ad integrare le sequenze di eccitazione, coordinare i singoli impulsi in melodie cinetiche. Queste zone si trovano nei lobi frontali e in particolare nella zona premotoria. Lesioni in questa zona non causano paralisi o perdita delle funzioni motorie complesse nel loro insieme, ma inducono all’interruzione del flusso dei movimenti con conseguente perdita della scioltezza motoria, i movimenti appaiono causati da singoli impulsi motori. In questi casi la scrittura perde di fluidità e le lettere sono tracciate singolarmente.
La stabilità e continuità del processo grafico. Le lesioni della corteccia frontale. In questo tipo di lesioni si ha generalmente un deficit dell’attenzione e degli obbiettivi finali. Graficamente si osservano omissioni o ripetizioni di parole scritte in precedenza, non perché è stato compromesso uno dei processi che concorrono all’andamento grafico, ma perché la mente non riesce a tenere l’obbiettivo finale dell’atto scrittorio. Si ha instabilità nell’azione con facile perdita della parola che si deve scrivere.

Nessun commento:

Posta un commento