Per poter svolgere correttamente un’analisi è di estrema importanza seguire un metodo che non sia solo ampiamente condiviso ma che possegga anche quel rigore e quella chiarezza necessaria ad ogni procedura di tipo scientifico. Nello svolgere l’attento e paziente lavoro dell’analisi bisogna essere in grado in ogni momento di dare ragione delle affermazioni che si fanno, permettere ad altro interlocutore di verificare ciò che si sta dicendo e permettergli di eseguire gli stessi tipi di accertamenti, bisogna cioè usare degli strumenti alla portata di tutti coloro che hanno le stesse nozioni teoriche utili al loro utilizzo. Per quanto riguarda la grafologia il metodo di Girolamo Moretti ha i requisiti necessari sia alla sua verificabilità sia alla sua trasmissibilità. Innanzi tutto i segni sono sempre ben individuati e misurati secondo la loro presenza quantitativa e qualitativa attraverso una scala di misurazione che va da 1 a 10, avremo allora che un segno è al massimo grado d’intensità quando è sui 10/10, al minimo quando è su 1/10. Ovviamente ogni segno ha a sua volta un metodo di misurazione. Anche il momento dell’analisi è guidato da un metodo ben preciso volto all’integrazione e sintesi ragionata di tutti i segni trovati in una scrittura. Moretti distingue infatti i segni in sostanziali, modificanti e accidentali, e fautori, contrari e indifferenti a secondo dei loro reciproci rapporti d’influenza, specificando pure se un segno manifesta la tendenza della sfera intellettiva piuttosto che di quella comportamentale. Lo scopo e l’essenza del metodo risiedono nello stilare un’analisi il più oggettiva possibile e che non sia pertanto viziata dalle impressioni soggettive del grafologo che può, specialmente agli inizi, provare delle preferenze istintive per alcuni segni piuttosto che per altri.
I momenti dell’analisi grafologica possono essere così distinti: un primo comprendente, l’utente che richiede l’analisi e il materiale sul quale l’analisi è svolta. Il secondo riguarda il processo dell’analisi vera e propria.
L’utente – la richiesta dell’analisi di personalità su base grafologica può provenire da diversi soggetti e per varie motivazioni. Può anche esserci il semplice gusto della curiosità o dell’intrattenimento, in questi casi il grafologo dovrebbe astenersi dallo svolgere l’analisi per non sminuire la professionalità e serietà della stessa. Più frequentemente le richieste possono pervenire da scuole o genitori per conoscere il potenziale dei ragazzi, dalla famiglia per conoscere le dinamiche di relazione fra i componenti, aziende cooperative o società per la selezione o l’avanzamento del personale, psichiatri e psicologi che vogliono disporre di uno strumento in più per le diagnosi dei loro pazienti. Alle richieste generiche di analisi il grafologo dovrebbe sempre cercare di farsi specificare un ambito che il richiedente vuole effettivamente approfondire o conoscere meglio, questo per rendere più completo e sicuro il lavoro del grafologo, il quale deve sempre fornire delle risposte attinenti al tipo di richiesta rivoltagli. È comunque sempre indispensabile conoscere l’età, il sesso, il grado d’istruzione e la professione svolta di chi richiede l’analisi.
Il materiale – condizione fondamentale affinché si possa procedere ad una corretta analisi grafologica è che il campione da analizzare sia scritto con spontaneità, cioè con la scrittura che il soggetto adopera abitualmente. Se è possibile sarebbe utile avere a disposizione un materiale abbastanza ampio ed eterogeneo, confrontando il saggio grafico con scritture predenti e prese in occasioni diverse. Il saggio grafico deve comunque essere il più esteso possibile, almeno 15 – 20 righe, completo di firma e steso su foglio di carta comune, senza righe, formato A4. Fino a qualche tempo fa il tipo di penna indicato per il saggio era il pennino flessibile perché permetteva una facile rilevazione della pressione, oggi il suo uso è praticamente scomparso e il tipo di penna più adatto è sicuramente la comune Biro. Il pennarello, infatti, scivola tropo sulla carta e uniforma i tratti, rendendo difficoltosa la rilevazione dei chiaroscuri, così come la stilografica. Le fotocopie non rappresentano di certo il materiale ottimale su cui svolgere un’analisi a causa della deformazione di alcuni tratti dovuta al tipo di riproduzione, anche se il loro utilizzo in sede didattica è indispensabile. Il grafologo ha inoltre il dovere di astenersi dall’analisi in tutti quei casi in cui il materiale a disposizione non è adatto allo scopo, o eventualmente esprimere tutte le riserve necessarie.
Osservazione – prima di procedere ad individuare i singoli segni grafici è opportuno cogliere globalmente una scrittura, osservarla attentamente e riportare tutti gli elementi colti. Se questa fase è correttamente eseguita può già fornire grosse informazioni sulla natura della scrittura da analizzare e guidare in maniera significativa la rilevazione dei segni, anzi, non dovrebbero esserci elementi di contraddizione fra l’osservazione e l’individuazione dei segni. L’osservazione deve descrivere una scrittura il più obiettivamente possibile cercando di ridurre al massimo le componenti emozionali che posso indirizzare positivamente o negativamente il lavoro del grafologo.
Individuazione e quantificazione dei segni – dopo aver svolto la prima fase, individuando il conteso della scrittura, si passerà alla misurazione dei segni grafologici rinvenuti. In questa fase si verificherà se le considerazioni fatte in sede di osservazione si sono rivelate esatte o s si sono commessi errori. Inoltre, via via che si prende nota dei vari segni, in base ad una compilazione ben precisa, e li si quantifica si otterrà un sintetico profilo della personalità che si andrà poi a descrivere in maniera più dettagliata.
Sintesi del lavoro svolto e analisi grafologica della personalità – una volta che si sono completate le fasi precedenti si passa alla combinazione dei segni che si sono riscontrati tenendo conto di alcune importanti indicazioni riguardo la natura dei segni, il loro rapportarsi al contesto e in particolare se vi sono gruppi di segni che dirigono in una specifica direzione o se esistono gruppi fra loro contrastanti, il loro grado e il loro riferimento ad aspetti intellettivi o comportamentali. Ovviamente questa parte è anche regolata dal tipo di richiesta iniziale, pertanto il linguaggio sarà diverso a secondo dell’utente finale a cui l’analisi è diretta. Prenderemo il caso di un’analisi destinata alla ricerca o collaborazione clinica e che si distingue per essenzialità e chiarezza delle informazioni. Dopo aver riprodotto la scrittura in esame e dato tutte le informazioni utili sul paziente, si procede alla trascrizione della semiotica grafologica (segni e grado). Dopo si daranno brevi informazioni su alcuni aspetti intellettivi e comportamentali:
Aspetti intellettivi – progettazione e organizzazione; capacità decisionale e operative; attenzione, memoria e apprendimento; capacità di ragionamento; espressione verbale.
Aspetti comportamentali – autonomia; umore; capacità relazionale, adattamento sociale.
Nessun commento:
Posta un commento