Dal 1830 vi è una più sicura e consultabile documentazione, anche perché si moltiplicano e diffondono gli studiosi di grafologia e le opere da loro prodotte. La Societè de Graphologie nasce appunto nel 1830 in Francia, ne fanno parte per lo più uomini di chiesa fra cui l'abate Jean-Hippolyte Michon (1806 - 1881) ritenuto il fondatore della grafologia moderna, è proprio lui, infatti, che conia e diffonde questo termine. Il Michon mette a punto un metodo d’analisi e interpretazione della scrittura su base scientifica, stabilendo cioè dei principi e identificando delle leggi. Egli parte dalla constatazione (già espressa da Hocquart e riconfermata dal Klages) che ogni gesto, atto, dell'uomo esprime i suoi sentimenti e le sue emozioni, quindi la scrittura in quanto attività, contiene in sé tutta l'interiorità della persona che l'ha prodotta. La teoria più importante del Michon è la teoria dei segni fissi secondo la quale ad ogni tratto di personalità corrisponde un segno grafico, in una classificazione di tipo univoca e assoluta. Sostanzialmente la scrittura è vista come un prodotto statico e privo di movimento, che lascia trapelare un solo ben distinto tratto della personalità. Le principali opere del Michon sono Les mystères de l'écriture (1872) e Système de graphologie (1875), nonché l'importante periodico La Graphologie, fondato nel 1871, che avrà grande diffusione e darà un importante contributo alla divulgazione della grafologia. L'impulso positivo dato dall'abate viene raccolto da un buon numero di allievi fra i quali spicca Jules Crépieux - Jamin (1859 - 1940), sicuramente il più noto grafologo del suo tempo. Egli amplia, riordina e meglio chiarisce le intuizioni del Michon non mancando di rilevarne i punti deboli, quale era proprio la teoria dei segni fissi. Il Crépieux ritiene fondamentale, infatti, osservare il complesso dei segni che emergono da una scrittura, annotandone così l'aspetto globale emergente e l'armonia che essa suggerisce fra i suoi elementi costitutivi. Primo lavoro del Crèpieux è il Traité pratique de graphologie del 1885 a cui fanno seguito L'écriture et le caractère che conta ben 16 edizioni e L'ABC de la graphologie ultima opera del 1929. Egli, con tassonomia d'ispirazione aristotelica, suddivide i movimenti grafici in generi specie e modi. I generi grafici sono 7 (forma, dimensione, direzione, velocità, pressione, continuità, ordine) per 175 specie che si possono attuare in modalità diverse. Ad esempio al genere velocità possono appartenere le specie della lentezza, accelerazione, rallentamento, e ognuna di queste può attuarsi con modalità diverse. Questi elementi possono trovarsi fra loro in elevata armonia, avremo allora gli individui superiori, in parziale armonia, avremo gli individui relativamente superiori o in totale assenza di armonia (disarmonia), avremo così gli individui inferiori. Il metodo conduce in questo modo a rintracciare più la classe a cui l'individuo può riferirsi che l'individuo stesso. Inoltre la considerazione dei molteplici elementi da considerare, esplicati in numerosi piccoli gesti, appesantisce il lavoro di analisi e sintesi volto ad individuare l'unità psicologica dello scrivente. Il nome di Crèpieux - Jamin è associato ai momenti più significavi della grafologia del suo tempo, è, infatti, perito di parte nell'Affair Dreyfus, in tale veste contesta il metodo usato dai poco esperti periti dell'esercito e ribalta l'esito dell'indagine che attribuiva a Dreyfus l'autografia della lettera rilevatrice del tradimento di un ufficiale francese. Inoltre si sottopone a diverse prove mirate a valutare la scientificità della grafologia e quindi la sua attendibilità come strumento d'indagine della psiche umana. Gli esperimenti vengono proposti dallo psicologo Alfred Binet (1857 - 1911), ideatore del primo moderno test d'intelligenza, e vogliono stabilire se i grafologi sono in grado di individuare il tipo d'intelligenza dall'esame del gesto grafico. Dopo delle prime verifiche a cui ne seguono presto delle altre, stimolate anche dalle contestazioni metodologiche di Émilé Borel (1871 - 1956) matematico e politico francese, Binet pubblica nella Revue philosophique l'articolo Une expérience cruciale en graphologie (1907) dove espone i risultati comunque positivi raggiunti nel corso delle verifiche, affermando che i segni grafici dell'intelligenza sono incontestabili.
Questi i fatti più in superficie che, indirettamente, ci fanno cogliere l'humus in cui stavano proliferando gli studi sulla grafologia nell'area francese, infatti, medici, psichiatri e psicologi si interessano sempre con maggior entusiasmo allo studio della scrittura, effettuando numerose ricerche che contribuiscono ad ampliare il bagaglio metodologico e scientifico della grafologia. Fra questi si può ricordare Paul Carton (1875 - 1947) medico naturalista francese che riprende la classificazione dei temperamenti ippocratici (bilioso, nervoso, sanguigno, linfatico), da lui utilizzati per meglio comprendere l'animo del paziente al fine d'instaurare con questo un dialogo proficuo all'indagine sintomatologica che non può prescindere, appunto, dalla comprensione psicologica di chi accusa il male. Egli nell'opera Le diagnostic de la mentalité par l'écriture (1930) cerca di stabilire la correlazione fra tipi ippocratici e tratti grafici, inoltre mette appunto un dizionario grafologico che meglio chiarisce il significato dei termini impiegati da Michon e Crépieux-Jamin.
Nel 1948 viene pubblicato il saggio L'âme et l'écriture della psicologa Ania Teillard (1889-1978) la quale compie un’originale sintesi dell'interpretazione grafologica attraverso l'analisi della relazione fra i segni grafici e il loro corrispettivo valore psicologico, relazione che per la Teillard è data dal simbolo, per cui la scrittura è essenzialmente simbolica. Il simbolo, poiché nasce ed esprime un rapporto, ha un valore dinamico rivelatore dei moti e passioni dell'animo umano. La prospettiva della Teillard prende spunto dalla psicologia di Carl Gustav Jung (1875 - 1961) e dalla rivoluzionaria grafologia di Mav Pulver, nonché dalla convinzione che lo studio dei segni grafici deve essere sempre ricondotto alle scoperte psicologiche che via via si compiono. Nella scrittura vengono perciò rintracciate le componenti simboliche che strutturano il tipo di personalità, accostando quindi gli elementi grafici ai tipi psicologi junghiani. Si ha, ad esempio, che l’Estroversione è rappresentata nella scrittura dalla tendenza all’ampiezza in tutte le possibili manifestazioni grafiche (gestione dello spazio, calibro, gesti liberi) mentre l’Introversione porta alla concentrazione e nitidezza del tratto. Inoltre la funzione psichica Pensiero dà un tracciato rimpicciolito e concentrato; il Sentimento è dato da un tracciato che tende ad ingrandirsi, dilatarsi ed a produrre tratti addolciti; la Sensazione lo appesantisce e lo stabilizza; l’Intuizione lo alleggerisce, conferendogli movimento, ritmo e talora instabilità.
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