Il termine grafologia è abbastanza recente, risale, infatti, a metà ottocento ed è composto dalle parole greche graphè e lògos, quindi studio della scrittura. Osservazioni sulla diversità della scrittura in relazione alla diversità della persona si trovano comunque fin dall'antichità. Aristotele ad esempio afferma che "così come gli uomini non hanno la stessa voce, così non hanno la stessa scrittura" e Svetonio, qualche secolo più tardi, dirà che dalla scrittura di Augusto si potevano desumere quei tratti che rivelavano il suo carattere e ne descriverà alcune caratteristiche.
Dopo questi cenni di protostoria della grafologia, bisogna fare un salto di parecchi secoli per ritrovare qualche notizia più consistente e direttamente riferita all'oggetto del nostro studio e precisamente nel XII secolo. In questi anni Camillo Baldi (1547 - 1634), docente dell'Università di Bologna e laureato in Filosofia e in Medicina, pubblica, nel 1622 a Carpi, un piccolo volume intitolato Trattato come da una lettera missiva si conoscono la natura e le qualità dello scrivente. Negli stessi anni Marco Aurelio Severino (1580 - 1656), lettore di Anatomia e Chirurgia presso lo Studio Reggio di Napoli e medico, scrive senza però pubblicarlo il Vaticinator sive tractatus de divinatione litterali. Nonostante l'esiguità delle informazioni è importante notare e sottolineare che questi studiosi facevano parte del mondo accademico e avevano studiato Medicina. Johann Kaspar Lavater (1741 - 1801), filosofo e teologo svizzero, pubblica nel 1774 i Phisiognomische Fragmente (Frammenti sulla Fisiognomica) dedicando un capitolo alle considerazioni sulla scrittura, considerandola il movimento più complesso e vario che l'uomo possa compiere ed elencando una serie di leggi per la sua interpretazione (Von dem Charakter der Handschriften - Del carattere delle scritture). Dopo il Lavater si occupano di grafologia, ma il termine non esiste ancora, alcuni medici e psicologi fra i quali ricordiamo: J. Moreau de la Sarthe (1771 - 1826), medico francese che traduce nel 1806 l'opera del Lavater (Réflexions sur les caractères tirés de la forme de l'écriture), traduzione che circolerà in America negli ambienti che si interessavano di frenologia e fisiognomica. Edouard Hocquart (1787 - 1870) che scrisse nel 1812 L'art de juger du caractère des hommes sur leur ecrìture in cui l'autore cerca di dare corpo scientifico alla grafologia attraverso l'attenta osservazione del gesto grafico e la ricerca di costanti. Questa fase storica della grafologia è la più difficile da ricostruire a causa della difficoltà nel reperire i testi e ci si basa per lo più su notizie tramandate da altri autori.
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